In questa torrida stagione abbiamo cercato brevi itinerari per raggiungere un posto dove fermarsi al fresco nelle ore più calde della giornata al termine di brevi escursioni.
Alla ricerca di questo posto ideale siamo saliti di quota lungo le valli incassate nei versanti boscosi dell’Appenino Umbro Marchigiano, costeggiando un corso d’acqua fino alle sorgenti o ad una delle cascate che si sono formate nel tempo.
Abbiamo accuratamente evitato i posti più conosciuti per evitare inutili schiamazzi, per non vedere l’immondizia che, per abitudine o distrazione, gli umani lasciano al loro passaggio.
Ci sono gole e cascate che attirano molti visitatori, altre sono molto più tranquille e si può stare in pace per ore immersi nell’aria fresca, nel rumore dell’acqua e degli animali. Ogni cascata ha il suo fascino, le sue caratteristiche e la sua storia.
Le sorgenti hanno un’altro fascino, quelle in quota poi mi stupiscono sempre e anche se conosco la risposta, mi meraviglio sempre per quell’acqua che sgorga da sotto la roccia, tra uno strato geologico ed un altro, al termine di chissà quali giri sotto le montagne. Intorno, sul terreno umido tra le macchie di colore di fiori e farfalle fanno capolino piccoli uccelli che volano via al primo accenno di pericolo per poi tornare a dissetarsi o a cercare qualche piccolo seme o insetto con cui sfamarsi.
Penso sempre che un tempo l’acqua era sacra e le sorgenti, la sponda di un lago o di un torrente è lo scenario magico dentro cui danzano i miti di molte culture, non solo indoeuropee, a testimonianza dell’importanza e del ruolo dell’acqua per la vita, per lo sviluppo delle comunità e delle civiltà.
Una volta tornato a casa, mentre bevo un bel bicchiere d’acqua del rubinetto prima di andare a dormire, ripenso al libro di Vandana Shiva ” Le guerre dell’acqua“, al referendum tradito per l’acqua pubblica, al fiume sotto casa dove non ci si può più fare il bagno perchè inquinato e maleodorante.
La magia delle sorgenti, delle cascate, dei sentieri di montagna è ormai alle nostre spalle.