Lo Zingaro felice

Era la prima volta che in Sicilia ci si mobilitava per salvare una fetta di territorio.
La marcia rappresentò una tappa fondamentale per il movimento ambientalista e, più in generale, per la coscienza civile della società siciliana.
La marcia inaugurò una nuova fase legislativa in Sicilia per le aree protette, anticipando di diversi anni la legge quadro nazionale sui parchi e sulle riserve naturali. La battaglia per lo Zingaro aprì nuove prospettive anche in merito all’ esproprio di aree di interesse naturalistico (con una normativa approvata già nel luglio del 1980), come Vendicari e Pantalica
.1,2

Su un punto tutti e tre gli amici siciliani a cui avevo chiesto consigli erano d’accordo; “Dovete andare allo Zingaro“. La riserva è visitata da migliaia di persone ogni anno, 165.000 nel 2018 3 , ne avevamo sentito parlare l’ultima volta nel 2020, quando il 29 agosto su 1600 ettari di macchia mediterranea, circa 1400 sono andati distrutti da un incendio doloso che ha ucciso centinaia di animali, come poi ci raccontò un operaio forestale al Museo Naturalistico nella Riserva.


L’incendio ha trasformato profondamente l’ambiente, le tracce sono ancora visibili sui tronchi delle poche Sughere, le ultime ancora presenti in Sicilia occidentale che hanno resistito al fuoco grazie alla loro spessa corteccia o di quel che resta delle Palme nane, simbolo della Riserva, che si stanno rinnovando.

La rete dei sentieri ed i 5 musei presenti nell’area protetta della Riserva Naturale Zingaro consentono di entrare in contatto con la natura circostante, con la storia e la cultura locale legata alla pesca e all’agricoltura, di cui il Borgo Cusenza è museo e testimonianza vivida.

Museo delle Attività Marinare

All’ingresso di Scoppello al mattino siamo tra i primi ad entrare e tra i pochi in questo periodo che percorrono l’itinerario di mezza costa.
Come ci conferma il personale dell’agenzia forestale, la maggior parte del turismo è più interessata a bagnarsi in una delle sette calette che caratterizzano questi 7 km di costa, unico pezzo di costa siciliana a non avere una strada litoranea e non essere stata modificata dall’abusivismo e dalle speculazioni che hanno interessato ed interessano ancora il territorio.4

Scorci panoramici, piccoli animali indaffarati o pigramente esposti al sole, il silenzio interrotto a tratti dal grido acuto del falco Pellegrino o dal richiamo cupo del Corvo imperiale, la fugace apparizione dell’Aquila del Bonelli allietano la salita verso il Borgo Cusenza.

Prima di lasciare la Riserva entriamo in un giardino privato dove offrono, a turisti stanchi ed assetati che percorrono il sentiero costiero, spuntini a base di frutta fresca venduta a costi esagerati.
Il proprietario coltiva ancora la manna e nell’incendio del 2020 ha perso parte delle piante secolari da cui il nonno ricavava questa sostanza vegetale. Lui ha scelto di vivere e lavorare qui e, come una volta facevano gli agricoltori dello Zingaro, utilizza la barca per spostarsi e trasportare la mercanzia.

Una giornata intera camminando sui sentieri nella Riserva dello Zingaro, ascoltando le storie raccontate dai musei e dal personale, un’esperienza che vorremmo ripetere in primavera.


Note

1 – Franco Russo, promotore della marcia. Repubblica 16 giugno 2010

2 – Rotary Club Alcamo – La marcia per la riserva dello Zingaro 18 maggio 1980 di Girolamo Culmone . Il documentario raccoglie le testimonianze dei protagonisti di allora . Chi organizzò, chi partecipo alla marcia grazie alla quale furono bloccati i lavori della strada che avrebbe distrutto per sempre un angolo di paradiso di Sicilia e che da li ad un anno fece da traino per la legge che istituiva le riserve in Sicilia ed in particolare la Riserva Naturale dello Zingaro. Youtube

3Aree naturali protette, turismo e sviluppo locale sostenibile.
Sonia Gambino, Associazione dei Geografi Italiani. Geotema 49, 2015

4Di nuovo in marcia – Quotidiano L’Informazione, 29 maggio 2022

Collegamenti esterni

Riserva Zingaro. Sito web della Riserva Naturale Orientata

Camminare lungo i sentieri della Riserva Naturale Zingaro

Lo Zingaro (Sic ITA010017) nella Rete di Natura 2000

La sponda sud

La costa meridionale della Sicilia è molto differente da quella settentrionale, caratterizzata dai monti, prosecuzione dell’Appennino, che si innalzano a poca distanza dalla costa.
Dolci colline e ampie pianure si affacciano su spiagge bianche, fiumi e torrenti divagano nelle vallate ed alle foci si creano zone umide e si depositano ciottoli di varie forme e colori.


Dallo Ionio al Mediterraneo sono approdati i diversi popoli, le cui testimonianze storiche si susseguono nel tempo e nello spazio lungo la costa e nelle aree vicine. Aree archeologiche, Riserve Naturali, città storiche e piccoli borghi recentemente portati alla ribalta da film o fiction televisive si incontrano lungo la strada che da Capo Passero porta a Trapani.

Ci sono molti luoghi che non abbiamo visitato, un pò per pigrizia un pò per mancanza di tempo, o che abbiamo evitato per la presenza di grandi impianti industriali, come l’area di Gela.
Le mete segnalate sul libro “A Birdwatcther’s guide to Italy” ci hanno portato dalla Riserva di Vendicari a Capo Feto, dai Gorghi Tondi alle Saline di Marsala.

Un posto particolare nei nostri ricordi lo occupa la costa tra Capo Feto e Torre Sibilina, una zona di conservazione speciale della Rete Natura 2000 (ZSC ITA 010006), che di speciale ha molto ma in quanto a conservazione c’è ancora tanto da fare.1
In questa zona costiera, tra Mazara del Vallo e Marsala, le piccole zone umide rimaste dopo gli interventi di bonifica, la duna e l’estesa prateria di Posidonia nel mare antistante, sono un hot spot di biodiversità da tutelare e valorizzare.
Diverse specie di uccelli a settembre si apprestano ad attraversare lo stretto braccio di mare che li separa dall’Africa, passano sopra le nostre teste i Falchi di Palude, le rondini volano sui canneti e lungo la costa mentre alcune specie di limicoli cercano cibo nelle poche pozze rimaste a fine estate.

Le sculture sul lungomare e alcuni murales nelle vie cittadine del vicino comune di Petrosino, Oasi d’Arte , cercano in qualche modo di far dimenticare al turista anche l’abusivismo edilizio che ha inglobato la Torre Sibiliana, una torre del xv sec. alle spalle dell’opera “Birds” di Alberto de Braud.
Le mie preferite sono la scultura di Girolamo Palmizi – “Mare Nostrum”, che con la sua gemella in Tunisia pone un ponte ideale tra le due sponde del Mediterraneo e il murales  “Povera Patria” che l’artista Kampah, recentemente scomparso 2 , ha dedicato ad un altro artista siciliano, Franco Battiato.

La gola ci ha portato a Mazara del Vallo, ma anche la curiosità per una città plasmata dalla presenza araba e normanna sull’isola, uno dei più importanti porti per i pescherecci del Mediterraneo, dove vive la più grande comunità tunisina in Italia.

Il tramonto alle saline di Marsala può essere davvero suggestivo, così come la visita sull’isola di Mozia ed al suo Museo. All’orizzonte, sul monte che sovrasta Trapani, si vede Erice, città museo e famosa meta turistica.


Note

1 Ragonese et al. (2019). La palude costiera di Capo Feto (Sicilia sud occidentale)-Una provocazione proposta progettuale per passare dall’attuale abbandono e degrado allo stato di oasi naturalistica fruibile da tutti gli organismi viventi (esseri umani inclusi!)
(4) (PDF) CAPO FETO – NTR ITPP sr 97 2019. Available from: https://www.researchgate.net/publication/334737251_CAPO_FETO_-_NTR_ITPP_sr_97_2019 [accessed Nov 04 2022].

2 Flavio ‘Kampah’ Campagna. AGI, 27 agosto 2021

Collegamenti esterni

Capo Feto nell’archivio della Rete Natura 2000

Archivio Siti Natura 2000 in Sicilia. Sicilia in rete

Riserva Naturale Orientata Oasi di Vendicari

RISERVA NATURALE “MACCHIA FORESTALE DEL FIUME IRMINIO”

Riserva Naturale Foce del Fiume Belice e dune limitrofe. Sicilia in rete

Riserva Naturale Integrale Preola e Gorghi Tondi

Mozia, Museo G. Whitaker

Le tessere del mosaico

Una meticolosa opera d’arte e di ingegno per dar forma ad un idea, tante piccole tessere di pietra o di vetro compongono un motivo geometrico o un’elaborata immagine.
I mosaici mi emozionano sempre, ne ho visti molti, da Aquileia ad Otranto, da Ravenna a Roma passando per Orvieto.
Nonostante la mia attenzione sia catturata dal risultato finale, non riesco a non pensare a quelle piccole tessere colorate, all’origine naturale delle pietre ed alla loro provenienza, alla produzione ed alla lavorazione della pasta vitrea.
Non riesco a non pensare al tempo necessario per realizzare tali opere, al lavoro di molte persone contemporaneamente o in tempi e località diverse sparse per il Mediterraneo.

Parte del nostro tempo in Sicilia abbiamo deciso di dedicarlo ai mosaici, frutto del un lavoro collettivo di uomini spesso di provenienza differente, uniti nel creare un ambiente bello da vivere o da visitare .
La Villa Romana del Casale a Piazza Armerina è una meta da non perdere, la più grande superficie pavimentale di epoca romana mai ritrovata.
Corridoi e stanze, ognuna a tema, con il filo conduttore dello svolgersi del tempo, del passare delle stagioni, ci restituiscono un racconto delle attività svolte per la necessità ed il piacere dell’esistenza.

I mosaici realizzati secoli dopo utilizzando tessere di vetro aggiungono sfumature diverse ai colori e lucentezza alle scene, grazie all’utilizzo dell’oro.

Negli edifici di culto le piccole tessere colorate illustrano scene dell’Antico e del Nuovo Testamento, che si ripetono come un mantra nelle varie chiese e basiliche presenti dal Nord al Sud Italia, e non solo.

Al chiarore tremolante delle candele, illuminate dal sole che entra dalle finestre, i fedeli vedevano, come in un libro illustrato la storia della loro religione, dalla Creazione all’Apocalisse.

La piccola Cappella Palatina nel Palazzo dei Normanni a Palermo, così piccola e raccolta, ed il più grande Duomo di Monreale sono luoghi che colpiscono per la loro bellezza, anche oggi illuminati elettricamente e meta più di turisti che di credenti fedeli al racconto biblico tramandato magistralmente dall’ingegno, dal pensiero e dal gusto dell’epoca.