La rete della vita

La rete della vita. Perché l’altruismo è alla base dell’evoluzione.

Dedico molto tempo alla lettura, è un’attività che reputo necessaria alla salute così come il camminare all’aria aperta, non a caso nel blog c’è una sezione dedicata agli itinerari ed una ai libri.
Se da giovane leggevo prevalentemente romanzi, quelli di H. Hesse sono i primi che mi tornano in mente, poi con la laurea in Scienze naturali le letture sono diventate più specialistiche, rivolte principalmente a pubblicazioni sull’avifauna, il più recente libro letto su questo argomento è Il genio degli Uccelli.

Come Naturalista sono anche interessato ad altri argomenti delle Scienze, dai microrganismi alla botanica, dai Funghi all’evoluzione della vita sulla Terra.
Le letture che ho fatto segnano anche un percorso seguito, fatto di scelte successive, di libro in libro seguendo il filo che connette la curiosità alla voglia di approfondimento.

Ovviamente le Scienze Naturali non sono l’unico argomento con cui nutro il mio essere, e da tutti ho tratto qualcosa, sono salito sulle spalle di qualcun altro per guardare oltre il muro della mia ignoranza, per aggiungere nuovi significati alle parole e guardare il solito recinto in modo differente.

Un murales a Diamante


Alcuni dei libri letti ho pensato di presentarli per farli conoscere, senza voler fare una recensione, come in questo caso.

La rete della Vita, perché l’altruismo è alla base dell’evoluzione di Fritjof Capra, non è un libro appena uscito ma per me è stato una novità, per il modo di affrontare l’argomento.
Tessendo l’esposizione della sua teoria, l’autore ripercorre come le varie discipline in cui si articola il sapere umano abbiano concorso alla comprensione delle qualità basilari della vita, ed in quanto tali, presenti in tutti gli esseri viventi.

Caduta la linearità dei processi oggi ci confrontiamo con la complessità, con il caos e con le proprietà emergenti dei sistemi, con la speranza di sempre, comprendere meglio noi ed il mondo di cui siamo parte.

In natura non c’è alcun “sopra” o “sotto”, e non esistono gerarchie. Ci sono solo reti dentro altre reti.

F. Capra, La rete della vita

La visione della vita che ne scaturisce è una visione ecologica, composta da infinite interazioni con cui abbiamo imparato a fare i conti, almeno in parte, anche grazie ad una nuova matematica ed una nuova tecnologia, che hanno portato di conseguenza ad un modo di pensare sistemico, ad una nuova filosofia.

La consapevolezza ecologica è spirituale nella sua essenza più profonda …

F. Capra, La rete della vita

La cosa più difficile da fare sembra essere quella di cambiare punto di vista, di trovare le parole giuste per immaginare e costruire il futuro.

Dovevamo distruggere il mondo in teoria prima di poterlo distruggere nella pratica.

Invece che a una macchina la Natura in generale si rivela più simile alla natura umana: imprevedibile, sensibile al mondo circostante, influenzata da piccole fluttuazioni.
Di conseguenza, il modo appropriato di accostarsi alla natura per apprendere la complessità e la bellezza non è attraverso il dominio e il controllo, ma il rispetto, la cooperazione e il dialogo.

F. Capra, La rete della vita

La sfida non è solo culturale ma anche sociale e politica nella quale interessi consolidati si oppongono ai cambiamenti con tutti i mezzi e i danari a disposizione e per capire il contesto in cui si inseriscono le idee del movimento ecologista contemporaneo, come quelle proposte dal fisico e scrittore austriaco Fritjof Capra nel suo libro, consiglio la lettura del libro Dominio di Marco D’Eramo.

Collegamenti esterni
Articoli correlati 

L’albero intricato

La specie, come l’individuo, sono rappresentazioni riduttive di un complesso di relazioni, categorie che sono funzionali ad una narrazione individualistica e competitiva dell’esistenza. Conoscere la nostra storia evolutiva è un buon punto di partenza per cercare di rispondere ad alcune domande, non solo sulla nostra origine e discendenza ma anche sulla nostra identità.

Continua …

L’evoluzione della bellezza

Bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore. dal film “I cento passi ” di M.Tullio Giordana * La bellezza esiste, c’è e si manifesta anche nel mondo naturale, non siamo i soli a poterla…

Continua …

Evoluzione

“Le idee dell’evoluzione, in particolare nell’opinione pubblica, sembrano essere rimaste indietro rispetto alle nuove scoperte scientifiche e molto può essere detto di nuovo in questo momento d’importante svolta culturale, contrassegnato da una visuale più sistemica della realtà.” – L’evoluzione costruttiva. Fattori d’interazione, cooperazione e organizzazione.

Continua …

La Nazione delle Piante

Non più Regno, contrapposto agli altri Regni in cui vengono normalmente classificati gli organismi viventi, ma una Nazione con tanto di Costituzione.Otto gli articoli che la compongono, semplici ed in chiaro contrasto con quello che generalmente diamo per scontato. Stefano Mancuso si fa interprete, ambasciatore di quel mondo di cui è attento osservatore, autore di…

Continua …

La vita interconnessa

Entangled life. Come i funghi costruiscono i nostri mondi, cambiano la nostra mente e modellano il nostro futuro. Quando pensiamo ai funghi questa è la prima immagine che ci viene in mente. Nè animali nè vegetali, i funghi sono i signori del loro Regno. E il loro regno non ha confini, ce ne sono ovunque…

Continua …

Un hotspot di biodiversità

Torre Flavia è conosciuta ben oltre i suoi confini amministrativi di Ladispoli e Cerveteri, per rendersene conto basta frequentarla un pochino.
Camminando sulla spiaggia si incontrano persone di tutte le età, ognuna con i suoi particolari interessi e motivazioni; pescatori, serfisti, cittadini in cerca di un po’ di aria di mare, famiglie con bambini, giovani innamorati, scolaresche e gruppi di studenti universitari.

Dietro questa sempre più esile spiaggia, su un substrato argilloso sempre più eroso dall’arretramento della linea di costa, protetta da un lungo cordone dunale, si trova la Palude di Torre Flavia.


Molti i fotografi e i birdwatchers, che in questo piccolo fazzoletto di territorio, ultimo testimone di ambiente costiero quasi del tutto scomparso dal litorale laziale, trovano le condizioni ideali per la loro attività.
E’ un posto molto frequentato, (nel 2014 il sito EBN la segnalava come il sito preferito dagli utenti), e nonostante ciò gli animali sono molto confidenti ed è facile osservarli da vicino lungo il sentiero che porta al mare.
Sulla spiaggia si possono osservare una delle ultime coppie di Fratino nidificanti nel Lazio ed una coppia di Corrieri piccoli intenti a nidificare.

Il Monumento Naturale Palude di Torre Flavia è un laboratorio all’aperto dove alunni di tutte le età, studenti e laureandi fanno esperienza. Chi per la prima volta vede una palude e tante specie di animali tutte insieme, chi studia sul campo per raccogliere dati utili per laurearsi.
Numerose le pubblicazioni scientifiche disponibili sul web.

In questo contesto sono inserite le attività di ricerca e di educazione ambientale della la stazione ornitologica che ha partecipato come stazione costiera al Progetto Piccole Isole.
L’attività è coordinata dal Centro Nazionale di Inanellamento dell’Ispra, ed è finalizzata allo studio della migrazione primaverile nel Mediterraneo. Questo studio è iniziato più di 30 anni fa e ha svelato molti aspetti della migrazione dei Passeriformi, non ultimi quelli dovuti al cambiamento climatico in atto.



La palude è un’importante area di sosta per molte specie che hanno passato il periodo invernale sulle coste africane o a sud del deserto del Sahara e che in primavera tornano verso le aree di nidificazione in Europa.
Tra queste specie quelle più conosciute e facilmente osservabili ci sono la Rondine, il Balestruccio, il Rondone comune che in primavera affollano gli specchi d’acqua ed il canneto con voli radenti in cerca di cibo.
Ma ci sono anche molte altre specie, meno visibili e perciò meno conosciute, come l’Usignolo, il Forapaglie comune, la Sterpazzola, la Sterpazzolina, la Cannaiola ed il Cannareccione.

Sterpazzolina comune

La palude di Torre Flavia è importante anche come luogo di sosta nella migrazione post riproduttiva e di svernamento per le specie che vi trascorrono l’inverno, come il Forapaglie castagnolo con anello Budapest, ricatturato durante il monitoraggio. Probabilmente è stato inanellato la prima volta sul Lago Balaton in Ungheria, come avvenuto nel caso delle ricatture effettuate negli anni precedenti, ma la certezza si avrà solo quando le informazioni presenti nelle banche dati saranno comunicate.


La specie è minacciata di estinzione a causa della perdita di zone umide, dello sviluppo turistico e delle opere idrologiche, nonché dell’uso di insetticidi, e pertanto è inclusa nell’allegato 1 della direttiva Uccelli. 1

Negli anni le condizioni dell’area protetta sono migliorate  grazie alle diverse associazioni di volontariato e al personale dipendente dalla Città Metropolitana di Roma a cui è affidata la gestione dell’area, ma resta ancora molto da fare, ai problemi non ancora risolti ogni anno se ne aggiungono di nuovi .
Una sfida di gestione di un sito che è inserito in una rete europea di aree che necessitano una particolare attenzione per la conservazione della biodiversità.2
L’erosione costiera, l’espansione urbanistica, la presenza di specie aliene, come la nutria, il Gambero della Luisiana e le varie specie di tartarughe d’acqua dolce (rilasciate da qualcuno che si era stancato di averla rinchiusa nell’acquario di casa) e il recente arrivo di un numeroso gruppo di cinghiali rappresentano solo un aspetto della gestione di un’area protetta sempre più attrattiva.
Una serie di interessi locali e generali che non è sempre semplice conciliare, come come racconta il responsabile dell’area protetta in una recente video intervista dal titolo : Cosa fa il mager della Biodiversità ?

Collegamenti esterni

1 European Commission – Environment
https://ec.europa.eu/environment/nature/conservation/wildbirds/threatened/a/acrocephalus_melanopogon_en.htm

2 Rete Natura 2000

Video L’attività alla Stazione di Inanellamento a scopo scientifico

Breve video di una mattina di primavera

Lo strano odore della vita.

La merda è un mondo, e viceversa.
(Jorge Miguel Lobo)

Gli escrementi sono un argomento poco frequentato, spesso fonte di imbarazzo anche se tutti noi sappiamo quanto sia importante per la nostra salute contribuire giornalmente alla loro produzione.
Diciamo che dopo averla fatta per noi il discorso finisce lì e distrattamente buttiamo nel cesso una risorsa che può trasformarsi in problema.

Non saprei se pestare una cacca porta fortuna, ma fingere che non esista e disinteressarsi del suo destino è un errore. Tutti gli organismi viventi producono escrementi e verrebbe da chiedersi come mai non ne siamo completamente ricoperti. Per fortuna in natura ci sono esseri viventi che l’adorano, senza di loro saremmo veramente nella merda.

Tra gli organismi viventi che utilizzano gli escrementi come una risorsa ci sono alcuni insetti e a loro è dedicato il libro Lo strano odore della vita. Riflessioni sullo sterco i suoi abitanti.

Ho assistito alla presentazione del libro di Mattia Tonelli, frutto della ricerca dell’autore laureatosi ad Urbino in Scienze Ambientali, al Cams (Centro di ateneo per i musei scientifici) di Casalina (Deruta, Pg) il 6 aprile del 2019.
La conferenza è stata partecipata e, in un certo senso, divertente.
L’autore ha saputo attirare l’attenzione del pubblico su un piccolo gruppo di insetti, i coleotteri coprofagi, che svolgono un ruolo fondamentale nell’ambiente, contribuendo a riciclare la materia organica e a migliorare la qualità dei terreni grazie alla loro attività.

L’ importanza dell’argomento è stata trattata in modo diverso ma sempre coinvolgente in occasione del Darwin Day al Museo di Storia Naturale di Milano.

“Merda, merda, merda” si diceva dietro le quinte dei teatri per augurare fortuna allo spettacolo (+pubblico=+ carrozze=+cavalli=+merda).
Lo stesso dovremmo augurarci tutti noi per il buon andamento degli ecosistemi ma ad una condizione: che sia merda di qualità e equamente distribuita, come suggerisce Mattia nel suo intervento al Darwin day.