Le Zone Umide : una giornata per ricordarne l’esistenza e l’importanza.

Il prossimo venerdì 2 febbraio si celebra la Giornata mondiale delle Zone Umide, iniziativa nata nel 1996 per ricordare la firma della Convenzione Internazionale per le Zone Umide, finalizzata principalmente alla tutela delle zone importanti a livello internazionale per la salvaguardia delle specie di uccelli acquatici migratrici.
Oggetto della Convenzione di Ramsar sono la gran varietà di zone umide: le paludi e gli acquitrini, le torbiere, i bacini d’acqua naturali o artificiali, permanenti o transitori, con acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra o salata, comprese le distese di acqua marina, la cui profondità, durante la bassa marea, non supera i sei metri. Sono inoltre comprese le zone rivierasche, fluviali o marine, adiacenti alle zone umide, le isole o le distese di acqua marina con profondità superiore ai sei metri, durante la bassa marea, situate entro i confini delle zone umide, in particolare quando tali zone, isole o distese d’acqua, hanno importanza come habitat degli uccelli acquatici, ecologicamente dipendenti dalle zone umide”.1


Ad oggi sono 172 i Paesi che hanno aderito e 2400 i siti individuati dalla Convenzione firmata nel 1971 nella città iraniana di Ramsar, anche con l’obbiettivo di tutelare e favorire l’uso razionale delle zone umide e delle loro risorse.
In Italia sono 57 le zone umide individuate sulla base dei criteri stabiliti e 9 i siti in via di designazione.2
Nonostante la loro importanza riconosciuta, meno della metà di queste aree ha un piano di gestione.


Oltre a queste esistono molte altre zone umide, di diversa estensione ed importanza, come illustrato in questa breve animazione

I primi mesi dell’anno offrono al visitatore l’incontro con numerose specie di uccelli, alcune presenti solo in questo periodo dell’anno.
Gennaio è il mese dei censimenti degli uccelli acquatici , IWC, che coinvolge centinaia di esperti e volontari.
Sono molti i posti da visitare e numerose le iniziative in programma per far conoscere le aree e sensibilizzare il publico sul ruolo e l’importanza delle aree umide nell’ecosistema per il benessere umano, l’economia e la salute della comunità.

Cogliete l’occasione di visitare una delle aree umide del vostro territorio, ogni Regione ha la sua piccola perla che merita di essere conosciuta e valorizzata.

Collegamenti esterni

1 Convenzione di Ramsar.

2 Elenco delle zone umide Italia

Giornata mondiale delle zone umide 2024

Iniziative in programma in Italia e nel Mondo

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Nella Palude

Il 2 febbraio è la Giornata Internazionale delle Aree Umide. Un invito a vistare questi luoghi, a conoscerli per comprenderne il ruolo nell’ecosistema e l’importanza per il nostro benessere.

Un hotspot di biodiversità

Torre Flavia è conosciuta ben oltre i suoi confini amministrativi di Ladispoli e Cerveteri, per rendersene conto basta frequentarla un pochino.Camminando sulla spiaggia si incontrano persone di tutte le età, ognuna con i suoi particolari interessi e motivazioni; pescatori, serfisti, cittadini in cerca di un po’ di aria di mare, famiglie con bambini, giovani innamorati,…

Monumento Naturale Palude di Torre Flavia

La Palude di Torre Flavia, situata sul litorale tirrenico a nord di Roma, è una delle rare tracce di quello che un tempo fu l’ambiente costiero laziale, caratterizzato da dune sabbiose e un ampio sistema di laghi e stagni costieri. Zona di Protezione Speciale (ZPS IT 6030020) della Rete Natura 2000, individuata dal Ministero dell’Ambiente…

Un hotspot di biodiversità

Torre Flavia è conosciuta ben oltre i suoi confini amministrativi di Ladispoli e Cerveteri, per rendersene conto basta frequentarla un pochino.
Camminando sulla spiaggia si incontrano persone di tutte le età, ognuna con i suoi particolari interessi e motivazioni; pescatori, serfisti, cittadini in cerca di un po’ di aria di mare, famiglie con bambini, giovani innamorati, scolaresche e gruppi di studenti universitari.

Dietro questa sempre più esile spiaggia, su un substrato argilloso sempre più eroso dall’arretramento della linea di costa, protetta da un lungo cordone dunale, si trova la Palude di Torre Flavia.


Molti i fotografi e i birdwatchers, che in questo piccolo fazzoletto di territorio, ultimo testimone di ambiente costiero quasi del tutto scomparso dal litorale laziale, trovano le condizioni ideali per la loro attività.
E’ un posto molto frequentato, (nel 2014 il sito EBN la segnalava come il sito preferito dagli utenti), e nonostante ciò gli animali sono molto confidenti ed è facile osservarli da vicino lungo il sentiero che porta al mare.
Sulla spiaggia si possono osservare una delle ultime coppie di Fratino nidificanti nel Lazio ed una coppia di Corrieri piccoli intenti a nidificare.

Il Monumento Naturale Palude di Torre Flavia è un laboratorio all’aperto dove alunni di tutte le età, studenti e laureandi fanno esperienza. Chi per la prima volta vede una palude e tante specie di animali tutte insieme, chi studia sul campo per raccogliere dati utili per laurearsi.
Numerose le pubblicazioni scientifiche disponibili sul web.

In questo contesto sono inserite le attività di ricerca e di educazione ambientale della la stazione ornitologica che ha partecipato come stazione costiera al Progetto Piccole Isole.
L’attività è coordinata dal Centro Nazionale di Inanellamento dell’Ispra, ed è finalizzata allo studio della migrazione primaverile nel Mediterraneo. Questo studio è iniziato più di 30 anni fa e ha svelato molti aspetti della migrazione dei Passeriformi, non ultimi quelli dovuti al cambiamento climatico in atto.



La palude è un’importante area di sosta per molte specie che hanno passato il periodo invernale sulle coste africane o a sud del deserto del Sahara e che in primavera tornano verso le aree di nidificazione in Europa.
Tra queste specie quelle più conosciute e facilmente osservabili ci sono la Rondine, il Balestruccio, il Rondone comune che in primavera affollano gli specchi d’acqua ed il canneto con voli radenti in cerca di cibo.
Ma ci sono anche molte altre specie, meno visibili e perciò meno conosciute, come l’Usignolo, il Forapaglie comune, la Sterpazzola, la Sterpazzolina, la Cannaiola ed il Cannareccione.

Sterpazzolina comune

La palude di Torre Flavia è importante anche come luogo di sosta nella migrazione post riproduttiva e di svernamento per le specie che vi trascorrono l’inverno, come il Forapaglie castagnolo con anello Budapest, ricatturato durante il monitoraggio. Probabilmente è stato inanellato la prima volta sul Lago Balaton in Ungheria, come avvenuto nel caso delle ricatture effettuate negli anni precedenti, ma la certezza si avrà solo quando le informazioni presenti nelle banche dati saranno comunicate.


La specie è minacciata di estinzione a causa della perdita di zone umide, dello sviluppo turistico e delle opere idrologiche, nonché dell’uso di insetticidi, e pertanto è inclusa nell’allegato 1 della direttiva Uccelli. 1

Negli anni le condizioni dell’area protetta sono migliorate  grazie alle diverse associazioni di volontariato e al personale dipendente dalla Città Metropolitana di Roma a cui è affidata la gestione dell’area, ma resta ancora molto da fare, ai problemi non ancora risolti ogni anno se ne aggiungono di nuovi .
Una sfida di gestione di un sito che è inserito in una rete europea di aree che necessitano una particolare attenzione per la conservazione della biodiversità.2
L’erosione costiera, l’espansione urbanistica, la presenza di specie aliene, come la nutria, il Gambero della Luisiana e le varie specie di tartarughe d’acqua dolce (rilasciate da qualcuno che si era stancato di averla rinchiusa nell’acquario di casa) e il recente arrivo di un numeroso gruppo di cinghiali rappresentano solo un aspetto della gestione di un’area protetta sempre più attrattiva.
Una serie di interessi locali e generali che non è sempre semplice conciliare, come come racconta il responsabile dell’area protetta in una recente video intervista dal titolo : Cosa fa il mager della Biodiversità ?

Collegamenti esterni

1 European Commission – Environment
https://ec.europa.eu/environment/nature/conservation/wildbirds/threatened/a/acrocephalus_melanopogon_en.htm

2 Rete Natura 2000

Video L’attività alla Stazione di Inanellamento a scopo scientifico

Breve video di una mattina di primavera

Atlante degli Uccelli nidificanti in Italia

L’Atlante degli uccelli nidificanti in Italia rappresenta il risultato della collaborazione tra esperti ornitologi e cittadini che, mossi dalla passione comune verso l’avifauna, sono stati disposti a dedicare tempo e denaro a questa ricerca scientifica che colma un vuoto nel panorama delle conoscenze sulla biodiversità italiana.

Un complesso lavoro di squadra realizzato dagli ornitologi italiani che con un grande lavoro di ricerca, analisi ed elaborazione dei dati hanno reso possibile la realizzazione del nuovo Atlante degli uccelli nidificanti in Italia.

Questo è il secondo atlante nazionale pubblicato nel nostro Paese e rappresenta il maggior contributo che la Citizen Scienze ha prodotto fino ad ora in Italia, coinvolgendo sul campo più di 3000 rilevatori che hanno utilizzato la piattaforma Ornitho.it per archiviare e condividere le osservazioni.

Nell’atlante, oltre all’introduzione e ad una breve storia dell’Ornitologia Italiana, ci sono le fotografie e le mappe di distribuzione e di idoneità ambientale delle 269 specie di uccelli nidificanti in Italia.


Quello che c’è ma non si vede è il tempo dedicato dalle migliaia di persone coinvolte per la realizzazione di quest’opera. Uniti dalla passione per gli uccelli e per la ricerca scientifica il gruppo di conduzione di Ornitho.it, i coordinatori regionali, i rilevatori e i validatori, sono riusciti a superare gli ostacoli che un’impresa del genere comporta.


Preceduto da diversi Atlanti Regionali e locali, il primo atlante nazionale fu pubblicato dall’Istituto Fauna Selvatica nel 1993, non senza difficoltà come brevemente ricordato nell’introduzione al nuovo atlante.

L’apertura nel 2009 della piattaforma Ornitho.it per l’archiviazione georeferenziata delle osservazioni, sostenuto da alcune associazioni nazionali e regionali, ha facilitato l’archiviazione e la condivisione dei dati raccolti sul campo dagli ornitologi (a settembre del 2022 Ornitho.it aveva 7000 utenti iscritti ed un database con più di 21 milioni di dati)1 .
Nel 2010 il comitato di conduzione della piattaforma inizia a lavorare per la realizzazione del un nuovo atlante, raccogliendo tra il 2010 ed il 2016, 2.360.0284 dati utili che costituiscono la base principale per la realizzazione del nuovo atlante, che utilizza in parte (21%) dati provenienti da altri progetti nazionali.2

Rispetto al precedente atlante, il periodo temporale esaminato è quasi raddoppiato, da 4 a 7 anni, il numero di rilevatori è più che triplicato, passando da 946 a 3.075.
Le specie nidificanti sono aumentate, da 240 a 269, principalmente grazie alla colonizzazione spontanea di 16 nuove specie, all’arrivo di specie alloctone (9), al successo dei progetti di reintroduzione (2). Due sono le specie di cui non è più stata accertata la nidificazione sul territorio nazionale.
Il confronto tra i due Atlante evidenzia i cambiamenti della nostra avifauna nel tempo, registrando contrazioni o ampliamenti di areale a seconda della specie in esame.

Sul sito del Centro Italiani Studi Ornitologici, CISO, il 18 ottobre 2022 veniva annunciata la pubblicazione dell’Atlante, dal quale propongo un breve estratto3:

Oggi, a distanza di alcuni anni stiamo arrivando alla stampa dell’Atlante degli uccelli nidificanti in Italia, per i tipi di Edizioni Belvedere. Dietro c’è un lavoro enorme, che ha incontrato mille difficoltà, sin dall’istituzione dei coordinamenti locali per l’esecuzione dei rilievi e che è proseguito con il controllo e la pulizia dei dati, la loro elaborazione e la redazione della pubblicazione….


Il lavoro che tutti insieme abbiamo fatto è ENORME! Nessuno istituto o studio professionale avrebbe mai potuto mobilitare tutte queste persone qualificate per scovare gli uccelli in ogni angolo del nostro paese! E tutto questo, senza un congruo finanziamento!

Gruppo di Conduzione di Ornitho.it


L’Atlante degli uccelli nidificanti in Italia rappresenta il risultato della collaborazione tra esperti ornitologi e cittadini che, mossi dalla passione comune verso l’avifauna, sono stati disposti a dedicare tempo e denaro a questa ricerca scientifica che colma un vuoto nel panorama delle conoscenze sulla biodiversità italiana.

Note

1 Ornitho.it News, 29 settembre 2022

2 Progetti di ricerca nazionale di cui sono stati utilizzati i dati per l’elaborazione dell’Atlante:
Mito 2000

Farmland bird index, Rete Rurale Nazionale – Lipu

Centro Nazionale Inanellamento – CNI-ISPRA

3 Il testo completo è disponibile qui