La fonte del mito

Post un pò lungo ma pieno di foto. L’isola delle Correnti, il borgo di Marzamemi, il barocco nella città di Noto, la Riserva di Vendicari e Siracusa, con le sue luci ed ombre.

Scendendo dai Nebrodi per raggiungere la costa della Sicilia costeggiamo i rilievi dell’Etna e ci dirigiamo senza indugi verso la punta più meridionale dell’Isola.
Passiamo sotto le braccia aperte del Cristo della Montagna a Cesarò e arriviamo sotto le braccia aperte del Cristo di fronte all’Isola delle Correnti.

Qualche giorno di mare per riprendere fiato dopo diversi giorni sempre in movimento.

Se il mare è stupendo la campagna alla nostre spalle mette paura. Il territorio di Pachino è coperto di serre, ci ricorda Almeria, nel sud della Spagna.
Quasi tutte le mattine all’alba un acre odore di bruciato ci assale, probabilmente gli agricoltori bruciano plastica e polistirolo insieme alle piante ormai secche. Con un pò di disagio per questa situazione e ormai sazi dei giorni di riposo visitiamo alcune località vicine, Portopalo di Capopassero, il borgo di Marzamemi, la città di Noto e la Riserva Naturale Orientata di Vendicari .

Raggiungiamo Siracusa dove acquistiamo un biglietto cumulativo per vistare il Museo Archeologico Paolo Orsi, probabilmente il più bel museo archeologico fino ad ora visitato, e il Parco archeologico della Neapolis, con il suo celebre teatro e le grotte scavate nella roccia, tra cui quella conosciuta come Orecchio di Dionisio.

Giriamo per i vicoli dell’isola di Ortigia, ci affacciamo sulla famosa fonte, miracolo di acqua dolce a pochi metri metri dal mare sulla quale aleggia il mito greco della ninfa Aretusa e dove è possibile vedere il papiro (Cyperus papyrus), presente solo qui ed in un altra località del Siracusano.

Lasciata Ortigia, ci fermiamo a parlare con dei signori nella piazza antistante la Basilica Santuario Santa Lucia al Sepolcro che custodisce un dipinto di Caravaggio,

Il seppellimento di Santa Lucia, Caravaggio

e cogliamo un suggerimento inaspettato: tornare agli scavi la sera per assistere ad uno spettacolo teatrale. Lo spettacolo è molto suggestivo sia per l’ambientazione sia per le immagini proiettate sulle pareti della grotta che fanno da sfondo allo spettacolo. Il mito di Aretusa, tramandato da Ovidio nelle Metamorfosi, prende vita nelle parole degli attori.

Il giorno dopo la curiosità ci porta a percorrere la pista ciclabile intitolata a Rosanna Maiorca, campionessa mondiale di apnea. Anche qui come a Ficuzza, la vecchia ferrovia è stata recuperata e trasformata in pista ciclabile.

L’itinerario è sicuramente molto bello e panoramico, ma inizia male e finisce peggio. Il monumento ai caduti è un’insopportabile tributo alle criminali campagne militari in Africa nel periodo coloniale, la strada che collega le abitazioni alla tonnara di Santa Panagia è una discarica a cielo aperto, l’itinerario finisce in prossimità di un centro raccolta rifiuti ai margini dell’area industriale, il Petrolchimico al centro di numerosi scandali, fonte di inquinamento e minaccia alla salute pubblica.1


1 Petrolchimico di Siracusa, la relazione shock: «Così gli scarichi incontrollati hanno compromesso mare e aria». L’Espresso, 15 settembre 2022

Siti di Interesse Nazionale ai fini di bonifica, ISPRA 2021


Itinerari in Sicilia sul Blog:

Arte e Natura a Palermo – Bosco della Ficuzza – Parco delle MadonieParco dei Nebrodi

Autore: Ambientamente

Storie da una Naturalista

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