Osservatorio Ornitologico di Capri

L’osservatorio ornitologico di Capri non è in territorio italiano e per accedervi bisogna lasciare i documenti al Consolato Svedese. Grazie alla Fondazione Axel Munthe, che gestisce Villa San Michele, gli ornitologi usufruiscono dell’ospitalità nel Castello Barbarossa, scelto come base logistica per le attività di ricerca iniziate da ornitologi svedesi nel 1956. Dal 1988 l’osservatorio è inserito nel Progetto Piccole Isole coordinato dal Centro Nazionale di Inanellamento di ISPRA.

La prima volta che sono salito al Castello Barbarossa erano gli anni 80.
Avevo stretto amicizia con Marco ed iniziato a seguirlo in giro per la Penisola nelle sue attività di inanellamento che svolgeva per conto della Lipu, così accettai con entusiasmo la proposta di andare all’Osservatorio Ornitologico di Capri nel periodo della migrazione primaverile.

Per raggiungerlo bisogna salire sul monte che sovrasta il porto di Capri, punto strategico e panoramico nel Golfo di Napoli, percorrendo una stretta e ripida stradina a cui si accede da Villa San Michele nel comune di Anacapri.

Fu il medico svedese Axel Munthe a donarla allo Stato Svedese insieme al Castello e a un pezzo di montagna acquistata con lo scopo di creare un’area protetta per l’avifauna migratoria.
La sua storia è narrata nel libro autobiografico La storia di San Michele, uscito nel 1929 e diventato uno dei libri più letti e tradotti al mondo.

L’osservatorio ornitologico nasce nel 1956 sotto l’impulso della Fondazione Villa San Michele che affida alla Società Ornitologica Svedese le prime ricerche sulla migrazione dei Passeriformi nel Mediterraneo, e dal 1988 è una delle principali stazioni del Progetto Piccole Isole 1,2,3, attività tuttora coordinata dal Centro Italiano di Inanellamento dell’Ispra.

Da allora sono tornato al Castello Barbarossa prima con gli amici della Sropu che animavano la stazione di inanellamento nell’Oasi WWF di Palo Laziale, tra cui Alessandro, poi con Dario del Centro Nazionale di Inanellamento, responsabile del progetto dal 2001.

I dati raccolti dall’osservatorio ornitologico più longevo del Mediterraneo hanno contribuito alla comprensione di un fenomeno che coinvolge milioni di animali che si spostano dai quartieri di svernamento africani a quelli riproduttivi europei 4,5,6,7 .

Le ricerche sono state utili alla preparazione della Strategia Nazionale della Biodiversità 8 e l’analisi dei dati permette il calcolo di indicatori utilizzati nei report ambientali del Ministero. 9


I dati raccolti sul campo hanno dato un contributo fondamentale per la realizzazione dell’Atlante delle Migrazioni degli Uccelli in Italia.

Quello che spinge gli ornitologi su per quel piccolo viale che sale sul monte è forse la variante umana dell’irrequietezza migratoria che si manifesta negli uccelli, una serie di modificazioni fisiologiche e comportamentali che spinge gli individui a “tornare in un luogo che ti è entrato dentro”, come scrive Rossella Funghi nell’intervista a Dario apparsa su Capri rewiew dal titolo I migratori del Barbarossa.

I migratori di Barbarossa


Forse è lo stesso spirito che animava Axel Munthe che si tramanda e si manifesta in quelle persone che con passione investono energie, tempo e risorse nello studio e nella protezione degli uccelli.
Tutta la mole di lavoro necessaria al Progetto Piccole Isole è svolta da volontari, tranne in pochi casi, che spesso dopo le prime volte non tornano più, ognuno con una motivazione differente.
La Citizens Scienze, la partecipazione dei cittadini ad attività di ricerca e monitoraggio in campo ambientale, è cresciuta d’importanza negli ultimi anni e sono molte le possibilità di contribuire agli studi condotti da Associazioni o Enti di ricerca, ma la partecipazione alle attività di inanellamento a scopo scientifico richiede qualcosa in più rispetto alla semplice trasmissione di informazioni di testo o foto richieste per la partecipazione a questi progetti nazionali resi possibili dalle piattaforme informatiche.
Non basta un click, bisogna alzarsi presto, percorrere molti km al giorno, anche se in posti stupendi c’è poco tempo per riposare ed oziare o andare in giro.
La ricerca sul campo è impegnativa, spesso faticosa, e richiede una certa disponibilità economica, fattori che possono aver contribuito ad allontanare le nuove generazioni da questa attività.


Anche se il volontariato impegna molti cittadini in diversi settori, sono sempre meno i giovani nella società e ancora di meno quelli che si avvicinano all’attività di inanellamento scientifico, consci che tutti i loro sforzi riceveranno solo un generico ringraziamento e che difficilmente saranno remunerati per le loro capacità e competenze acquisite nel caso intraprendano il percorso formativo che porta al rilascio dell’autorizzazione a svolgere l’attività in autonomia.

Ogni volta che dico che vado a Capri mi chiedono sempre se farò il bagno, non sanno che non c’è tempo, che le uniche situazioni in cui non si lavora è quando il brutto tempo costringe a chiudere l’impianto di cattura e restare chiusi nel Castello.
Solo nelle giornate con troppo vento per operare, c’è tempo per camminare sui sentieri dell’Isola, visitare la Villa San Michele o la chiesa di San Michele ad Anacapri con il suo pavimento in maiolica decorata
.

Non si immaginano che per tutto il tempo si va e si torna dalle reti disposte sulla montagna intorno al Castello, si misurano ed inanellano centinaia di individui al giorno, dall’alba fino a notte inoltrata, si collabora con gli altri per svolgere tutte le attività necessarie al buon funzionamento della stazione.
Albe e tramonti scandiscono la giornata, così come i controlli orari all’impianto di cattura.

La partecipazione ai progetti di inanellamento da parte dei volontari è ripagata solo dalle emozioni che si provano e quelle non hanno prezzo, non si comprano nè si vendono. Il piacere di fare ricerca sul campo impone l’adesione a rigidi protocolli di ricerca e richiede un impegno costante negli anni per ottenere dei risultati soddisfacenti.
In pochi intraprendono questo percorso e il risultato è che in questi anni il numero di volontari è diminuito ed è aumentata l’età media dei partecipanti.

Panaorama
Le foto
Note e collegamenti esterni

1 – Progetto Piccole Isole (PPI) , Centro Nazionale di Inanellamento, ISPRA

2 – Il Progetto Piccole Isole. Montemaggiori A. & Spina F., 2002.


3 – II Giornata Romana di Ornitologia – Roma Tre . A. Montemaggiori, 2012
Inanellamento e conservazione. Il progetto piccole isole.

4 – Bird migration across the Mediterranean: Ringing activities on Capri within the Progetto Piccole Isole. April 2006 Ornis Svecica 16(1):20-26

5 – The timing of spring migration in trans-Saharan migrants: a comparison between Ottenby, Sweden, and the island of Capri, Italy. January 2006 Ornis Svecica 16(1):27-33

6 – Spring Migration Across Central Mediterranean: General Results from the “Progetto Piccole Isole”. January 1993 Vogelwarte 37((Sonderheft)):1-94

7 – Capri Bird Obserbatory. April 2006 Ornis Svecica 16(1):13-19

8 – Ministero dell’Ambiente, 2009 – Verso la Strategia Nazionale per la Biodiversità
TUTELA DELLE SPECIE MIGRATRICI E DEI PROCESSI MIGRATORI

9 – Annuario dei dati Ambientali, 2022. Ispra



I post scritti negli anni passati sul Blog del Centro Studi Ornitologici “Antonio Valli da Todi” sull’attività di inanellamento a scopo scientifico.


Autore: Ambientamente

Storie da una Naturalista

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