Una facile escursione nel Parco dei Monti Sibillini

Nel Parco dei Monti Sibillini, da Forca di Presta al Rifugio Colle Le Cese.

Un fine settimana in Appenino per sfuggire al caldo di questo luglio che ha fatto registrare già un primo record di temperatura.1

In questo periodo il Pian Grande a Castelluccio di Norcia è una delle mete preferite dal turismo in Umbria.
Attirati in questo luogo dalla fioritura dei campi coltivati, i turisti raggiungono questa località per vedere uno spettacolo veramente unico che dura un paio di settimane, tra fine giugno e inizio luglio.
Per rendere possibile la fruizione del luogo in questo periodo dell’anno, le Amministrazioni competenti, da qualche anno, emettono delle restrizioni alla circolazione sul Pian Grande ed invitano i turisti ad usufruire dei parcheggi predisposti ed utilizzare le navette.

Il clima quest’anno ha ostacolato la semina dei campi ed anche se una recente grandine ha inciso negativamente sulla fioritura, margherite, fiordalisi e papaveri, si accompagnano comunque ai piccoli fiori bianchi della lenticchia.
La fioritura di quest’anno ci è sembrata sotto tono rispetto agli anni precedenti.

Lasciata la piana coltivata ed affollata ci siamo fermati a dormire a Forca di Presta, nei pressi del Rifugio degli Alpini, ancora chiuso a seguito del terremoto del 2016. Da qui parte il sentiero che abbiamo percorso per gustare il panorama dei Sibillini e dei Monti della Laga, per cercare erbe e fiori spontanei, farfalle ed uccelli delle praterie montane e della faggeta.

Ingresso del Sentiero per Tutti a Forca di Presta

Il percorso seguito fa parte del Grande Anello dei Sibillini (G7) e da Forca di Presta per i primi 3 km, fino al Rifugio Belvedere, è percorribile anche con le carrozzelle, ma dal 10 al 20 luglio di quest’anno non sarà agibile per lavori di ripristino.

La prima sosta è proprio al Belvedere poi la strada continua ancora per un pò fino a diventare un sentiero che sale sul monte, attraversa la faggeta e raggiunge, dopo altri 5 km, il Rifugio Colle le Cese.

Suggestivo e panoramico, senza eccessivi dislivelli, l’itinerario si percorre in due ore, soste escluse.

Ondeggiano al vento le erbe ed i fiori della prateria montana, i versi degli animali al pascolo si mischiano ai canti delle Allodole e delle Quaglie che qui trovano un roccaforte al riparo dai cacciatori e dai cambiamenti dell’uso del suolo e dei pesticidi ma non da quelli climatici che minacciano specie tipiche dell’ambiente montano, come il Culbianco.

Leggere e veloci volano di fiore in fiore numerose farfalle, le piccole e lucenti Lycaena italica2, quelle di medie dimensioni con disegni ipnotici nel caso della Vanessa io3 , o con l’abito inconfondibile dell’Apollo4, con le sue ali bianche e nere ed i suoi ocelli colorati sulle ali posteriori.

La meta del nostro itinerario è un fiore, il Giglio martagone, che tra i tanti si offre al nostro sguardo che insegue panorami e piccoli dettagli sull’Appennino.

Collegamenti esterni

1 I giorni più caldi mai registrati. Rai News , 10 luglio 2023

2 Lycaena italica . IUCN. Lista rossa italiana


3 Vanessa Io. IUCN. Lista rossa italiana

4 Apollo. IUCN. Lista rossa italiana

Articoli correlati 

Autore: Ambientamente

Storie da una Naturalista

Lascia un commento